A 60 anni dalla morte di Bertolt Brecht, Claudio Orlandini porta in scena al Teatro Leonardo di Milano Teste tonde e teste a punta, testo scritto dal drammaturgo tedesco tra il 1931 e il ’34, durante il suo allontanamento forzato della Germania. Il testo porta alla luce la discriminazione razziale utilizzata dal potere come pretesto per allontanare lo sguardo dai problemi economici dello Stato. Nel paese inventato da Brecht la guerra si decide a tavolino, il clero offre aiuto solo in cambio di offerte, la giustizia sposta la bilancia sempre e soltanto a favore del più potente: una metafora visionaria che non si ferma al tempo in cui venne disegnata, ma prosegue attraversando la nostra storia con straordinaria attualità.

Gli attori entrano e prendono parte alla commedia, che a poco a poco declina in farsa senza soluzione alcuna. Gli attori sono uomini, uomini come noi, divergono tra loro in differenze che altrove potremmo dire sottili, ma nella farsa che andiamo a raccontare tali scarti si notano, eccome! Il paese dove avvengono i fatti è un paese lontano, lasciato dietro l’angolo apposta per non sentirne troppo l’odore di somiglianza, imbarazzante somiglianza con cose che accadono a pochi passi da noi, se non addirittura qui. Il gioco è l’antico gioco di ombre e luci che attirano lo sguardo in un altro punto della scena, mentre davanti agli occhi si consuma la tragedia dell’uomo nella sua completa stoltezza: gli attori proveranno a divertirci ma dovranno arrendersi alla caduta, inevitabile caduta che l’uomo acconcia per i propri simili, che nemmeno più chiama come tali. Ci alzeremo da terra con la sensazione che qualcosa sia cambiato o stia per cambiare, anzi no. Con la sensazione di esser venuti per nulla, e che tanto sapevamo già come sarebbe andata a finire, e che siamo rimasti immobili comunque, e che non era affar nostro ma degli attori invertire la storia, e il corso delle cose. E ci alzeremo da terra per tornare anche noi alle luci e alle ombre di quello che non vogliamo vedere.

In scena: Carola Boschetti, Cinzia Brogliato, Antonio Brugnano, Laura Laterza, Claudio Orlandin.

Dal 18 al 28 febbraio.

 

Gloria Bondi
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