La bottega delle maschere di Marcello Amici, dopo il successo della straordinaria Pirandelliana 2013 che ha portato nell’elegante Giardino di Sant’Alessio migliaia e migliaia di spettatori, dà appuntamento nella Basilica dell’Aventino, dal 4 al 7 dicembre, per la settima edizione del suo “Teatro di Natale”: una importante sperimentazione teatrale, un raro progetto di cultura, un concerto per persone e personaggi. 

Quell’asino e quel bue è un componimento che attraversa le sacre scritture, le pagine più intense della poesia, del teatro e della musica per arrivare all’ultima sera dell’Avvento. È un viaggio pensato per ricostruire la fantasia, i sogni e il ricordo di quei giorni in cui la pecorina di gesso sulla collina di cartone chiedeva umilmente permesso ai Magi in adorazione. È, anche, un lungo mistero per scomporre le aspirazioni dell’uomo, le sue assenze, le sue fatiche, le sue ricerche, le sue incursioni nei territori malfidi della scienza e le sue interpretazioni del sociale. E’ una ideazione non comune, nuova e antica, rara. È un insolito Avvento per la nostra Città. È una ouverture che introduce le fatiche dell’uomo e le sue ricerche in una storia di speranza che si libera nella forza incorruttibile del sogno e nell’integrità della poesia.

Magnificat. Fuori è notte. È la Vigilia di Natale. Inizia così, dal cielo in su, Quell’asino e quel bue, la recita per la grande notte di Betlemme. Il teatro prende in prestito le colline di cartone del presepio per intervenire in una delle stagioni più capricciose e incerte della storia dell’uomo. Le sacre scritture, la poesia, il teatro e la musica costruiscono una storia che accompagna la giovane Maria fino al pianto sull’agnello suo tremebondo. Tra i pupazzi del presepe c’è anche quello di Giuda. È un’opera naif nata dalla visione teatrale cui ci ha abituati La bottega delle maschere.

È bello, almeno nei giorni vicini alla neve, pensare al teatro come a un luogo dove si possa contemplare la vita da una distanza giusta, da un posto protetto, tutto nostro, dove è ancora possibile una riflessione senza angosce, mentre la neve fiocca, fiocca, fiocca e una zana dondola pian piano … È il teatro necessario per il Natale del 2013!

Fonte: Ufficio Stampa Valeria Buffoni

Stefano Polidori
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