Dal cinquecentesco “Lo cunto de li cunti” scritto dal napoletano Giambattista Basile e considerato la raccolta di fiabe più antica d’Europa, Matteo Garrone trae un’opera che è molto più di un semplice film. E’ un viaggio favoloso del cuore e dei sensi nel nostro passato e nelle più antiche fantasie dell’uomo. Onirico e fantastico, terribile a volte, emozionante sempre.  

Lasciate a casa tutto ciò che è razionale, l’agenda perfetta delle vostre giornate, gli ammennicoli tecnologici, la concretezza e il buon senso e preparatevi ad un volo tra fate, orchi e draghi, infelici principesse, prodigiosi incantesimi, creature fantastiche dei cieli e delle acque.  In bilico tra sogno e realtà, come un saltimbanco su una corda tesa tra lingue di fuoco, Garrone sfida il rischio del ridicolo, dell’inverosimile, dell’iperbolico e vince nell’impresa di regalarci un piccolo miracolo. Il suo “Racconto dei racconti” è una gioia per gli occhi, ci fa tornare bambini, seduce e incanta. Tre diversi racconti intrecciati tra loro celebrano i  valori più antichi e più alti: l’amore disinteressato, il coraggio, l’abnegazione, la generosità. Una regina infelice è disposta a tutto pur di avere un figlio, anche a sacrificare la vita di suo marito, ma nulla potrà il suo amore di madre contro la viscerale amicizia del figlio per il gemello plebeo. Un re bizzarro si invaghisce di una pulce che cresce fino a diventare grande come un vitello e, quando morirà, ne farà oggetto di una originalissima sfida per scegliere un marito alla sua unica figlia. Due vecchie sorelle tentano di ingannare un re dedito al più licenzioso libertinaggio, ma un incredibile incantesimo finirà per favorire la più audace e rompere ogni equilibrio tra le due fino al tragico epilogo. Bellissimo il cast internazionale che vanta nomi come Salma Hayek e Vincent Cassel,  ma anche  celebrità nostrane come Alba Rohrwacher  e Massimo Ceccherini. Una menzione speciale ai costumi di Massimo Cantini Parrini e alle ambientazioni per le quali si è attinto ad alcuni dei luoghi più suggestivi del nostro Paese: dai castelli di Donnafugata e di Roccascalegna a Castel del Monte,  dalle gole dell’Alcantara al Bosco del Sasseto, dagli insediamenti rupestri di Gravina di Petruscio fino alle Vie Cave di Grosseto.

L’ultima scena, che raccoglie finalmente in un solo luogo tutti i protagonisti, vede l’incoronazione della figlia del re, che ha dato tale prova di coraggio da non aver bisogno di un uomo accanto per essere finalmente regina. E in alto, sospeso nel vuoto, un coraggioso angelo è l’emblema stesso del film: un canto all’audacia, alla forza d’animo, alla bellezza.

Splendido.

 

Gloria Bondi
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