Al Teatro Trastevere dal 18 al 23 dicembre CARPE DIEM – cogli l’attimo che fugge, per la regia di Tommaso Marrone, porta in scena un tema sempre attuale: la “filosofia” del carpe diem, secondo cui l’uomo non può né conoscere, né determinare il proprio futuro, può concentrarsi solo sul presente.

Ecco che i giovani, allora come oggi, in ogni loro più o meno manifestata passione, per essere pienamente responsabili del loro e del nostro futuro, devono sempre cercare di cogliere le occasioni, le opportunità, le gioie che si presentano, senza alcun condizionamento.Stravolgere le regole precostituite di una rigida Accademia statunitense, ribellandosi a una esistenza priva di scelta e di passioni, sovvertendo un conformismo che toglie ogni sapore al tempo che ci troviamo a vivere. Tutto questo è Carpe diem, libera interpretazione teatrale di una celebre pellicola di fine anni Ottanta che è ormai considerata – a ragione – un classico della cinematografia mondiale. Basta l’arrivo di un insegnante di letteratura molto particolare perché un gruppo di giovani ragazzi si arrenda all’affascinante rivoluzione delle parole e della poesia, per far spazio a tutto ciò che è vita, scuotendo nel profondo le proprie emozioni. Ma come ogni buona rivoluzione, però, anche quella dei sogni, colti nell’attimo di una vita che scorre, trascina dietro di sé tutto il dramma e la violenza di una passione stroncata da un ordine più forte, un sistema che non può essere rovesciato. E conduce, inesorabilmente, al dramma dell’impotenza, lasciando intravedere solo la speranza di un orizzonte diverso.

Uno spettacolo intenso e toccante in cui si è volutamente deciso di non stravolgere gli eventi ma di potenziarne l’impatto emotivo attraverso un allestimento che gioca e respira attimi di luci e ombre, sempre reggendosi in equilibrio sul dramma. Una messa in scena che punta a intessere un forte rapporto con il pubblico, grazie anche a una sapiente progettazione del disegno luci e a una “colonna sonora” originale composta appositamente per accompagnare ed esaltare le emozioni del dramma.

Fonte: Ufficio Stampa Tiziana Cusmà

Stefano Polidori
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