Dopo il grande successo di Una notte bianca, Scusa sono in riunione ti posso richiamare? e Se tutto va male divento famoso… Gabriele Pignotta torna a teatro con “Ti sposo, ma non troppo”, in scena al Teatro Ghione dall’8 al 20 gennaio. Con lui sul palco Fabio Avaro, Cristina Odasso e Siddartha Prestinari.

Prima o poi doveva accadere che Facebook approdasse in un testo teatrale. Seguendo la fortunata scia dei suoi ultimi successi, Gabriele Pignotta, nella tripla veste di autore, interprete e regista, propone al suo pubblico, una nuova commedia tratta da una storia vera, fresca, divertente e simpaticamente attuale sui rapporti di coppia che nascono e muoiono sul web.

Una coppia collaudata che dopo sette anni di convivenza sta finalmente per sposarsi, un fisioterapista seduttore a tempo pieno e una ragazza abbandonata sull’altare sono i protagonisti di questa simpatica vicenda che, complice la chat di Facebook, intrecciano le loro esistenze tra esilaranti equivoci, scambi d’identità e confusioni emotive fino al sorprendente finale. Commedia sentimentale ed estremamente divertente, grazie anche alla bravura dei giovani ma valenti attori che riescono a trasmettere il loro stesso divertimento al pubblico,”Ti sposo, ma non troppo” affronta con tenerezza le problematiche di sempre, la coppia, il matrimonio, i tradimenti,il tutto condito da un po’ di realtà virtuale che spesso si trasforma in reale con risvolti sorprendenti.

 E presto “Ti sposo, ma non troppo” sarà un film per il cinema scritto, diretto ed interpretato da Gabriele Pignotta e prodotto da Marco Belardi e Filmauro.

 NOTE DI REGIA

 Lo spunto iniziale di “Ti sposo ma non troppo”, secondo le mie intenzioni, era raccontare con semplicità una storia d’amore “contemporanea”.

Quelle, per intenderci, che iniziano e finiscono su social network come facebook o quelle alla portata di un “clic”, che spesso riservano qualche sorpresa di troppo.
Una storia ricca di equivoci, tradimenti e sorprese dei “maniaci del chattare”, in cui non sarà difficile riconoscere aspetti della nostra quotidianità.
Di fatto, la commedia affronta il disorientamento della cosiddetta “generazione di mezzo”, quella dei 30-40enni incastrati tra le regole e i valori tradizionali trasmessi dai genitori e la “leggerezza” dei nostri giorni svuotata da tali principi. Una generazione che sembra avere qualche difficoltà ad assumersi responsabilità e a vivere rapporti stabili, ma che riesce sempre ad inventarsi soluzioni di emergenza per continuare un’esistenza che, tutto sommato, finisce anche per soddisfarli.  (Gabriele Pignotta)
 
Gabriele Pignotta
Gabriele Pignotta vince dapprima il festival di Castrocaro come volto nuovo, successivamente inizia a scrivere programmi televisivi per la Rai e per Mediaset, con lo staff di Japino-Carrà, fino ad arrivare ad avere uno spazio comico su Rai Due in “Al posto tuo” di Alda D’Eusanio, la scrittura e conduzione di due programmi su Sky e una partecipazione come attore al sabato sera di Rai Uno con Pippo Baudo.
Abbandonata momentaneamente la televisione per la sua grande voglia di raccontare storie e dopo aver fondato la compagnia Pignotta/Avaro inizia a scrivere e produrre commedie. La prima commedia, “Una notte bianca”, è subito un successo. Sbanca dapprima il botteghino dei teatri off e, dopo essere approdata a teatri di grande capienza come il Teatro Manzoni di Roma, vince il premio Gassman come miglior testo italiano. Successivamente scrive “Scusa sono in riunione, ti posso richiamare?” (record d’incassi al teatro Manzoni e al Teatro Roma) e “Ti sposo ma non troppo” grazie alle quali le commedie di Gabriele Pignotta diventano in pochissimo tempo un fenomeno nazionale. E finalmente, grazie al sodalizio professionale con Marco Belardi (produttore di pellicole di grande successo), “Ti sposo ma non troppo” si appresta a diventare un importante progetto cinematografico.