Cupaiba, Kupa’iwa, Kupahuba”. Suoni onomatopeici, amore e dolore per la sua Amazzonia: questa è la poesia di Marcia Theophilo. Chiede di porgerle il braccio per aiutarla a salire sul palco messole a disposizione dall’Università LUMSA di Roma. “Sono anziana, ora” dice sorridendo questa donna minuta, con occhi brillanti e sorriso contagioso. Si tende a guardarla con tenerezza finché non abbandona la sua poltrona e raggiunge il leggio per recitare le sue composizioni: brividi. Una donna forte, una voce profonda e vibrante, che si regge senza sforzo sulle proprie gambe, che decanta con cuore e denuncia con orrore le atrocità commesse alla sua terra natia. “Scrivo queste parole e questi suoni e ad essi seguono sogni e sentimenti di estasi ma anche di terrore e abbagli”.

Nata a Fortaleza, in Brasile, Marcia Theophilo è un’amazzone moderna. Naturalista e antropologa, dedica la sua carriera alla composizione di poesie e racconti dedicati a promuovere e salvare l’Amazzonia. I suoi àrvores e rios, la Dea Giaguaro e il delfino Boto tramandati dalla nonna paterna, le permettono di pubblicare undici libri tra cui “Amazzonia madre d’acqua” con la casa editrice fiorentina Passigli Poesia (2007), ricevere oltre quindici premi letterari e più candidature al Nobel per la letteratura. Alla domanda “come si sente quando torna a casa?” la sua voce viene meno e le lacrime le approdano sul viso. “Non voglio vedere” è la risposta della poetessa antropologa. La magia che ha sempre governato quei territori, i miti degli indios e gli uccelli variopinti sono vittime dell’operato dell’uomo moderno. Con un’estensione di 7 milioni di chilometri quadrati, superiore a 16 volte quella dell’Italia, più di un quinto della foresta pluviale è già stato distrutto, mettendo in pericolo le sue specie animali e i sistemi naturali per assecondare interessi economici e politici di gradi potenze. Tra gli indios esistono ben 16 diversi modi per definire e descrivere il colore verde, e quando sarà “distrutta ogni possibilità d’incontro con loro, resteremo per sempre esseri umani per cui il verde è solo verde”: questa è la peculiarità di quelle terre che la scrittrice riporta nel suo libro “Amazzonia sempre…”, pubblicato in collaborazione con il WWF nel 2010. La capacità di vedere della poesia nelle piccole cose è andata perduta nella nostra società ormai da tempo, ma la meraviglia per la semplicità e la bellezza è ancora presente in questi ambienti naturali e incontaminati, ed è dovere di ogni anima sensibile difenderli. Questa è la vocazione di Marcia Theophilo. Questa è la missione della sua poesia.


Márcia Theóphilo è nata a Fortaleza, in Brasile. Ha studiato in Brasile e in Italia dove si è dottorata in antropologia. Tutta la sua opera si inspira alla foresta amazzonica, ai suoi popoli, ai suoi miti, ai suoi alberi ed animali e al impegno di salvare il patrimonio naturale e culturale della foresta alla denuncia della sua distruzione.

Si ringrazia “Florence is You” (www.florenceisyou.com) per la gentile concessione alla pubblicazione.

Teresa Mariniello
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