Uno spettacolo “surreal-popolare”che, pur mantenendo la componente illogica tipica del teatro dell’assurdo, insieme alla ricerca di un linguaggio non comune, riesce ad abbandonare la tragicità del non poter comprendere e puntare su una dimensione popolare, scevra da elitarismi. Invisibilmente, diretto da Gianni Farina e interpretato da Consuelo Battiston e Alessandro Miele mette in ridicolo il rituale stesso del teatro, l’attesa della rappresentazione in un continuo e immotivato rinvio, sino ad un finale imprevedibile e denso di inquietudine. Un’occasione unica per rivedere un piccolo gioiello della compagnia, un testo sintetico ma denso di spunti interessanti e lucidi nodi di interrogazione, con riferimenti stuzzicanti e qualche smarginamento di pungente poeticità.

Il pubblico, entrando in sala, è accolto da due maschere che offrono arachidi in una ciotola. Nell’attesa che si spengano le luci e che abbia inizio lo spettacolo, mentre il pubblico riempie la platea, si avverte un senso di inquietudine crescente. Il tempo passa. Le due maschere non riescono a nascondere un certo imbarazzo, ma non possono fare altro che cercare di tranquillizzare gli intervenuti sul fatto che lo spettacolo presto avrà inizio. Ma, si percepisce chiaramente, qualcosa non va. Piccoli episodi, e l’attesa di qualcosa, come di un destino che incombe e opprime. In scena due giovani che scelgono di fuggire, ma i loro pensieri e i loro movimenti sono osservati, al punto che compaiono su una didascalia dietro di loro.

“Volevamo fare uno spettacolo sul giudizio universale – si legge nelle note di regia – Abbiamo speso tempo ed energie per capire in quale categoria di dannati inserire i nostri protagonisti, concludendo che per essere esemplari della nostra razza il loro destino non potrà essere che quello degli ignavi senza peccato. Abbiamo poi trovato il reagente dell’intreccio: una rivelazione mal compresa che porta al delirio. Abbiamo intuito financo una possibile forma di Ermes, messaggero della rivelazione. Ma non è tutto: c’era un’idea per dare forma all’invisibile che mugghia sotto di noi e pure la relativa reazione dei nostri antieroi al mistico incontro! Insomma, si trattava di un capolavoro in grado di sondare la reazione dell’umanità posta sotto analisi ed in attesa di relativo giudizio; la consapevolezza dell’essere osservati e di avere un dito enorme puntato contro; la sensazione concreta di un’autorità superiore che sceglie proprio noi, ramo secco nell’evoluzione della vita su questo pianeta. Il tutto reso attraverso equilibrati effetti speciali ed una manciata di ottimi attori. Però ci serviva un elefante e la produzione si è ostinata a non volerlo acquistare. Quindi abbiamo fatto un’altra cosa. “Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi.” (Genesi 3, 7) Oppressi da un forte controllo, due malcapitati devono affrontare uno strano scherzo del destino. I sotterfugi per girare a loro favore la situazione si rivelano tutti vani. Braccati non hanno tregua. Bloccati, vengono tenuti continuamente sottocchio. Cosa resta loro da fare? Nascondersi sotto gli occhi di tutti”.

Si ride molto, ma l’inquietudine è sempre presente, ed è l’eredità che il gruppo afferma di aver ricevuto da Orwell.

In scena venerdì 1 e sabato 2 aprile

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Alta Luce Teatro
Alzaia Naviglio Grande 192 – 20144 Milano
Info e prenotazioni: 348.7076093 -alt@altaluceteatro.com

Gloria Bondi
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