La Cinecittà tedesca è diventata anche un parco tematico. Due storie differenti, quella degli Studios ricca di gloria, quella del filmpark, molto più recente, divertente, e di supporto all’altra.

Fondati nel 1912, negli Studio Babelsberg ci hanno girato film fondamentali come Metropolis di Fritz Lang (Metropolis) e  film importanti come “Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino,  “V per Vendetta” di James McTeigue, “L’uomo nell’ombra” di Roman Polanski  e  tanti altri. Per la fine del 2012 è prevista l’uscita di “Cloud Atlas”, “il film tedesco più costoso di sempre”, dei fratelli Wachowski, (trilogia di Matrix).

Lo studio si estende su un’area di 25.000 m2, e il “Filmpark Babelsberg” il parco tematico, ne occupa solo una piccola parte. Aperto dal 1 aprile al 4 novembre, mette a disposizione di bambini, famiglie e curiosi, una serie di allestimenti che permettono di gettare un’occhiata, “dietro le quinte”, al lavoro oscuro dei tanti addetti alla realizzazione di un film.  Noi lo abbiamo visitato  in un giorno caldo e soleggiato, e siamo rimasti stupiti dalla folla dei visitatori che l’hanno letteralmente presa d’assalto. 

Il parco è grande e strutturato in percorsi tematici. C’è il villaggio western, la città medievale infestata dai fantasmi, il cinema 4d, il percorso in canoa chiamato “Panama”, il sottomarino usato nel set del film “Hostile waters”, ma soprattutto ci sono le aree dimostrative di come si fa il cinema. C’è il capannone degli addestratori di animali, quello dei costumisti, quello dei truccatori, dove è  possibile vedere come si creano, con pochi tocchi di colori e paste, delle orribili ferite sanguinanti. L’attrazione maggiore è tuttavia costituita dagli show: quella del set dei “tre  moschettieri” e quella degli stuntmen che  offrono, nel contesto di una magnifica scenografia chiamata “Il vulcano”, un saggio molto rumoroso delle loro abilità. 

Visitare il Filmpark di Babelsberg significa insomma di trascorrere una giornata diversa, divertente ma anche e soprattutto istruttiva, specie per i più piccoli che sembrano divertirsi un mondo.

Il biglietto di ingresso, non proprio alla portata di tutte le tasche (21 euro per l’intera giornata escluso il posteggio), garantisce un flusso di denaro che dà il suo contributo al mantenimento dei più importanti studi cinematografici tedeschi.

Cinecittà dovrebbe tener presente l’esempio di Babelsberg?  Perché no? Si potrebbe aggiustare il tiro, mirare ad obiettivi che vadano oltre il divertimento fine a se stesso, cogliere l’aspetto “museale” che certo non manca. Tutto si può fare. Ma certo non si tratta di smantellare o di cambiare destinazione d’uso ai nostri più famosi studi televisivi, ma solo di aggiungere una sorta di appendice che può portare un imponente afflusso di denaro alle loro dissestate finanze. Una operazione apparentemente solo commerciale ma che avrebbe l’indubbio vantaggio non solo di avvicinare il grande pubblico ad una struttura che ora sembra riservata ai soli operatori del settore ma anche e soprattutto di raccogliere fondi per il suo mantenimento e rilancio.