Libera, ribelle, esuberante, passionale. Frida Kahlo è stata molto più di una delle artiste più originali e innovative del ‘900. Con la sua vita tormentata e la sua riluttanza a uniformarsi a regole e convenzioni sociali è stata un simbolo di modernità ed emancipazione fino a diventare una vera e propria icona dei nostri tempi. Oggi a renderle omaggio sono Giulia Adami e Annalisa Biancofiore, autrici del testo “Frida Kahlo en los brazos de su hermana” in scena a Roma, nello spazio di  Stanze Segrete.

 

Lo interpretano la stessa Adami assieme a Valeria Loprieno, mentre la Biancofiore ne firma la regia. Si tratta in sostanza di un lungo monologo che parte da uno dei momenti più dolorosi nella vita dell’artista, la scoperta del tradimento di Diego Rivera, suo marito e mentore, con sua sorella Cristina. Ne scaturisce un fiume di parole, pensieri, emozioni, ricordi. Una sorta di stream of consciousness intervallato da canzoni, filastrocche apparentemente non-sense e passi di danza. Emergono a tratti episodi e figure. Dall’incidente che immobilizzò una giovanissima Frida per anni, segnandone per sempre il corpo eternamente e atrocemente sofferente, fino al tardivo amore per Tina Modotti, altra grande anticonformista dell’epoca. Nel complesso un buon lavoro, elegante, evocativo, reso esteticamente suggestivo dalla grazia delle interpreti,  interessante per il taglio assolutamente non didascalico del testo. Omaggio, più che all’artista, di cui emerge poco, alla donna, ai suoi amori e ai suoi tormenti. Fino al 22 aprile.

Gloria Bondi

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