Giunto al suo quinto anno, con l’attenta e appassionata direzione artistica di Pamela Villoresi, il Festival Internazionale della Spiritualità “Divinamente Roma” quest’anno titola, con semplicità e coraggio, “Dio maternamente”  l’insieme degli otto appuntamenti artistici che si susseguono in vari luoghi della capitale. Luogo di spiritualità per eccellenza, Roma, attraverso l’arte, la musica, lo spettacolo è divenuta sempre di più palcoscenico di ritrovo e di convergenze di molti linguaggi teatrali, poetici e musicali che spesso tracciano un sentiero o rinnovano la comprensione di percorsi spirituali differenti.

 

Si inizia domenica 3 giugno nella  Basilica di Santa Maria in Montesanto a piazza del Popolo con “Alba Maria”, ai confini dell’Oriente Cristiano, che propone uno straordinario viaggio musicale nella figura di Maria, evidenziando la contaminazione mediorientale, in particolare moresca, nel canto rinascimentale sacro della Roma hispanizzata. Lunedì 4 giugno presso la  Centrale Montemartini andrà in scena “Cantico”, mise en espace delle opere di Marcello Chiarenza nelle quali colpisce un pensiero che riguarda la sottigliezza, una sorta di memoria che si risveglia e nel lavoro ci trasmette la propria storia. Martedì 5 giugno al Teatro Argentina andrà in scena il “Viaggio per un angelo e un clown, Quisquilia” scritto e interpretato da Olivia Ferraris e Milo Scotton per la regia di Philip Radice. Un tonfo. Ali che cadono dal cielo. Un Angelo, messo alla prova, sarà guidato da un eccentrico personaggio ai confini di un mondo bizzarro e sconosciuto. Dal sublime al ridicolo vi è appena un passo! La risata, infine, potrebbe essere l’unica cosa che ci permetterà di tornare a volare. L’Angelo, in piena crisi motivazionale, incontrerà il Clown che gli farà riscoprire nelle piccole occasioni della vita grandi affetti e sensazioni. Mercoledì 6 giugno all’ Aranciera di San Sisto sarà la volta di “Di Grazia, la Senora – Incontri con donne del passato”, mise e espace di  Anna Cianca. Si narra la storia di Grazia Nasi, ebrea convertita per necessità, che alla fine del 1400, in fuga dalla Spagna, divenne Beatriz de Luna, attraversò l’Europa e con l’aiuto di altre donne ‘intellettuali’ realizzò la prima traduzione della Bibbia in judeo-espanol. Seguiranno altri incontri reali e non con donne del Rinascimento, che nel modo delle donne della storia, più silenzioso, meno conosciuto, eroicamente conservano e tramandano lingua, cultura, religione, riti. Giovedì 7 giugno nello stesso luogo ci saranno Baba Sissoko & Taman Kan Afroblues con  “Spirito d’acqua”. Baba Sissoko, maestro indiscusso del Tamani, originario di una grande dinastia di griots del Mali, il cui ruolo nella tradizione è quello di riconciliare i cuori e gli animi, ha uno stile molto particolare. Alle melodie e ai ritmi propri della sua tradizione musicale come quelli Bambara, Peul, Mandighi e Sonrai, integra le sonorità occidentali come il jazz e il blues creando un melange musicale di un effetto straordinario. L’Amandran è una struttura musicale ripetitiva e ipnotica, propria del Mali, che secondo alcuni storici e ricercatori, trasportato al di là dell’ocean, ha dato vita al blues. Baba Sissoko canterà dell’anima femminile della natura nel culto religioso africano. Venerdì 8 giugno nella sala Esedra di Marco Aurelio, ai Musei Capitolini si potrà ascoltare  “Twinklings of hope”, Sorelle Vahdat in concerto. Il concerto trae ispirazione dalla musica tradizionale persiana, sebbene vi siano arrangiamenti del tutto personali. Ispirato alla musica iraniana tradizionale e regionale, i testi sono essenzialmente mistici e poemi d’amore tratti dai grandi poeti persiani di diversi secoli fa come Hafez, Rumi, Saadi, ma anche poesia contemporanea sui temi della società iraniana. Sabato 9 giugno nel Mattatoio Testaccio sarà la volta di “E’leos Tracce intorno alle origini del mito – concerto per un luogo dell’anima” L’idea di una “dea madre” è uno dei tratti che accomuna molte delle grandi religioni del mondo, derivando da un archetipo primario universale. Quando il primo uomo contemplò l’idea di una divinità invisibile, guardò il volto della donna che lo aveva dato alla luce, la madre protettiva, attenta e amorevole, e scoprì in lei “la divinità assoluta” e la forma manifesta dell’invisibile. Un “luogo” a cui far ritorno, dove riscoprire le origini della propria emotività, di ciò che ci rende uomini. Domenica 10 giugno, si chiude  presso la Chiesa di Santa Caterina dei Funari con  “Dio Maternamente”, diretto e interpretato da Pamela Villoresi. Uno spettacolo che propone l’aspetto materno di Dio. Un percorso nella gioia dell’amore spirituale attraverso le testimonianze di Mario Luzi, Francesco d’Assisi, Jacopone da Todi, Caterina da Siena, Michelangelo, Vittoria Colonna, Alda Merini, Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Padre Turoldo, Madre Teresa di Calcutta, Gibran khalil Gibran, Papa Karol Wojtyla e altri.

Gloria Bondi
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