Dopo tanti anni di distanza tornano i mitici Cochi e Renato, ancora una volta  insieme. Era il 1965 quando insieme a Enzo Jannacci, Lino Toffolo, Felice Andreasi e Bruno Lauzi conquistarono con fatica e allegria il successo, ma presto in comune accordo, decisero di intraprendere strade artistiche diverse. Amati in tutta Italia avevano condotto “Canzonissima” con Raffaella Carrà per ritrovarsi nel 2008 ad intrepretare insieme “Una coppia infedele” e “Finché c’è la salute”.

 

 

Oggi sullo storico palco del Sistina il mitico duo ripropone alcuni dei suoi più grandi successi da “La gallina” a “E la vita, la vita” o “Come porti i capelli bella bionda”, farcendo il tutto con gag e brani inediti che, come sostengono entrambi, sono: “Figli del tempo presente”.

“Eccoci qua, siamo arrivati eccoci qua. Voi non ci credevate noi invece siamo qua. Noi siamo quelli che nel 63 senza saperlo hanno inventato il cabaret. E ne è passata tanta di acqua sotto i ponti. Ma noi eravamo sopra e non ci ha travolti. Si sa che in mezzo all’acqua ci son corpi galleggianti. Noi che eravamo sopra ne abbiam visti passar tanti. Noi invece siamo qua, siamo un’altra volta qua dovevamo andare a Como e invece siamo qua. Siamo qua con le valigie che son piene di canzoni di colori, di emozioni e di considerazioni. Raccontiamo il nostro mondo definito surreale non si sa cosa vuol dire, ma non è niente di male e siamo ancora qua, felici di esser qua dovevamo andare a Rimini ma invece siamo qua. Siamo arrivati qua, veniamo da Milano e siam venuti qua per farvi battere le mani. Siamo qui con voi perché la vita è bella e noi siam sempre in giro in cerca dell’ombrella.”

Dopo una presentazione iniziale di questo tipo il pubblico non può che aspettarsi grandi risate. E’ condotto per mano dai due attraverso uno spettacolo composito ricco di brevi scene dialogate e musica vivace e frizzante il tutto su una coreografia semplice, quasi inesistente costituita da un telo su cui vengono proiettate poche immagini.

C’è umorismo, allegria, nostalgia, voglia di divertirsi in libertà senza volgarità, riprendendo in parte lo spirito della Commedia dell’Arte, adattata ai tempi odierni, mescolata con una satira pungente e allegra, a volte falsamente allusiva. Due “Leoni” che monopolizzano il pubblico, facendolo sognare e ricordare situazioni ormai passate in assoluto relax.